Elementi PNI
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La Psiconeuroimmunoligia vede l'organismi umano come un tutto unico, una rete di processi interconnessi, e non un insieme di parti che influenza e può essere influenzato dall’identità psichica individuale.

Tra l'altro ha il merito d'integrare in una visione coerente tutte le più recenti scoperte scientifiche in campo medico.

Si tratta di una scienza in continua e rapida evoluzione, che scopre sempre nuovi strumenti terapeutici.

Sta presentando scoperte sorprendenti, come il fatto che abbiamo un secondo cervello nella pancia (cervello enterico) e che il cervello (quello in testa) produce tutti gli ormoni sessuali. E dietro queste che possono sembrare stravaganze, nascono terapie sempre più efficaci, e sempre più spesso naturali.

Uno dei grandi meriti della PNI è quello di fare luce sui meccanismi dello stress, che si è scoperto essere una concausa importante in quali tutti gli eventi patologici.

Grazie alla PNI è nato l'approccio delle Terapie Naturali Integrate, che privilegia l'uso di tutte le tecniche terapeutiche scientificamente convalidate; e tra queste, in primo piano: attività fisica, nutrizione e meditazione.

La PNI è un po’ il muro di Berlino della medicina. Bottaccioli  la definisce una nuova rivoluzione copernicana.

Con questa questa nuova visione che abbraccia tutta la scienza medica, crollano vecchi paradigmi (ad esempio 1 malattia, 1 causa, un microrganismo, 1 farmaco o vaccino), e si aprono nuovi orizzonti per la comprensione e la cura delle patologie note.

Rappresenta per la medicina, dice Bottaccioli, una vera rivoluzione,  come quella Copernicana, quando il mondo cominciò a vedere nel cielo cose che c’erano anche prima.

Il procedere di questa visione è lento ma fortunatamente inesorabile, anche sotto la spinta dei fallimenti di una visione troppo parcellizzata, che finisce per diventare miope.

Basti pensare al sostanziale fallimento della prima fase sulla ricerca sull’AIDS, che basandosi sul modello 1 malattia … hanno sprecato fondi e tempo enormi. A dirlo sono stati gli scienziati alla Decima Conferenza Internazionale sull’AIDS del 1994.

La concezione delle specializzazioni sempre più ristrette sta inevitabilmente crollando difronte alle scoperte delle interrelazioni a livello biochimico. Ogni giorno si scoprono sostanze che svolgono la loro azioni in comparto dell’organismo giudicate tradizionalmente profondamente diversi (si pensi a cervello ed apparato gastroenterico).

La strada della eccessiva specializzazione ha provocato una forma di miopia scientifica, e fatto perdere di vista l’organismo nel suo complesso e le sue relazioni con l’ambiente.

La PNI affronta una visione di largo respiro, tende ad analizzare i fenomeni integrando i dettagli in una visione di insieme più ampia possibile.

Non solo nelle relazioni tra i sistemi, le cellule, i messaggi chimici ed elettrici, ma anche nelle interazioni tra gli individui ed l’ambiente.

Studia l’organismo in salute prima che in malattia, perché lo scopo e quello di ripristinare la salute.

E quello che conta è sempre l’equilibrio. Ogni risposta dell’organismo attiva sempre anche il meccanismo antagonista, in modo da creare un equilibrio globale (ad esempio v. più avanti il meccanismo dell’infiammazione).

Un termini noti, una visione olistica. Dov’è allora la novità? È fondata scientificamente!

Bottaccioli, nelle sue bellissime lezioni, ripete spesso: quello che vi dico non è certo l’unica visione corretta, o l’unica strada terapeutica valida. Ma i risultati della PNI, anche se a volte possono essere cose già praticate, hanno ormai una incontrovertibile dimostrazione scientifica.