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L'omeopatia è una disciplina che rovescia gran parte delle concezioni
mediche correnti.
Una delle idee di fondo è che, in un certo momento della sua evoluzione, una
persona è caratterizzato da un insieme di comportamenti, idee, modi di reagire e
di pensare, nonché di sintomi patologici.
A proposito di questi ultimi, ci sono due differenze di fondo con la
medicina classica: in omeopatia sono solo una parte del quadro, e quelli
importanti sono i più soggettivi; è poco importante la temperatura elevata
(oggettivo e misurabile) mentre lo è l’idea apparentemente peregrina che viene
in mente, come la sensazione di tela di ragno sul viso. In altri termini contano
le cose a cui in genere non si da nessuna importanza.
Dall’altra parte l’omeopata ha a disposizione degli strumenti che nascono
dalla sperimentazione dei rimedi: che, tanto per rovesciare, viene fatta sulle
persone sane, in cui si studiano gli effetti provocati dalla somministrazione
della sostanza.
Uno dei principi dell’omeopatia è il principio del simillimum: dando ad una
persona malata, in diluizione omeopatica, una sostanza che nel sano provoca gli
stessi sintomi, si attivano i meccanismi di autoguarigione, e l’organismo
ripristina il suo equilibrio.
Un altro principio è quello della diluizione omeopatica è una diluizione
così elevata che non è possibile trovare più tracce della sostanza originale
all’analisi chimica.
Questo ha generato molte critiche, ormai pertinenza solo degli ignoranti, perché
gli attuali strumenti di indagine chimica non riescono a misurarle.
E' interessante notare che i rimedi omeopatici sono più efficaci (e quindi
più pericolosi se usati fuori luogo) quanto più sono diluiti.
Un altro principio è quello della dinamizzazione. I preparati vengono sottoposti a delle
percussioni,m dette succussioni, per caricarli di energia.
Questo sembra completamente assurdo a chi non conosce i principi
dell'energia, ma senza queste succussioni i rimedi non funzionano.
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